Con l’automobile: lungo l’Autostrada A22 del
Brennero e la SS. 12 dell’Abetone e del Brennero. Convergono inoltre a Trento
la S.S. 45 bis Gardesana Occidentale da Brescia e la Gardesana Orientale da
Verona; da Milano, la SS. 42 del Tonale e della Mendola; da Venezia, la S.S. 47
della Valsugana; da Vicenza, la SS. 46. Con il treno: linea ferroviaria del
Brennero e linea della Valsugana da Venezia.
Piantina di Trento
Con l’aereo: aeroporti di Verona (Km 90), Venezia (Km 153), e Milano (Km
213). L’aeroporto di Trento è ora adibito al solo traffico di aerei da
turismo.
Torre del Falco
Situata a breve distanza dal Magno Palazzo, lungo il camminamento di ronda
che conduce a Torre Aquila, la piccola torre risale al tempo del vescovo
Liechtenstein e per ordine del Cles, che vi lasciò lo stemma cardinalizio e l’impresa
dell’ Unitas”, fu decorata probabilmente poco dopo il 1530 con affreschi di
scene di caccia. La caccia col falco si svolge in un luminoso e profondo
paesaggio, mentre sulle altre pareti sono raffigurate altre scene di caccia (all’orso,
al camoscio, al cervo, la cattura degli uccelli), la pesca in uno stagno, con
una veduta di Salisburgo sullo sfondo: un’intera parete è dedicata agli
svaghi della nobiltà all’aperto. I dipinti spettano a un artista di cultura
tedesca, probabilmente Bartholomàus Diii Riemenschneider.
La caccia col Falco,Torre
del Falco
Torre Aquila.
Come la vicina Torre del Falco è visitabile su richiesta. Dal Vescovo
Giorgio di Liechtenstein (1390-1419) appartenente ad una ricca famiglia della
Moravia, la torre, posta a difesa della porta orientale della cinta urbana,
venne trasformata in un raffinato e aristocratico luogo di ritiro, raggiungibile
attraverso il lungo camminamento coperto che corre sulle mura del Duecento. Essa
comprende diversi ambienti disposti su tre piani. La sala principale,
completamente affrescata con la serie dei Mesi (Marzo è andato perduto),
conserva una delle testimonianze più rare e preziose della pittura medioevale
di tema profano. L’eleganza delle figure e l’accurata descrizione del
paesaggio agreste si fondono mirabilmente con una acutissima capacità
descrittiva delle attività umane, sia della nobiltà feudale che dei ceti
popolari, dei contadini, dei cacciatori, degli artigiani, dei montanari, li
ciclo è stato realizzato intorno all’anno 1400- non oltre comunque il 1407
- da un artista di formazione culturale boema, sia pur influenzato dalla
pittura tardo- gotica dell’Italia del nord e dalla miniatura.
Mese di Aprile
Nei Mesi le slanciate figure dei nobili, quasi sempre dediti agli
svaghi, si muovono elegantissime sui fondi verdi dei boschi e delle campagne
fiorite o sul chiarore di una recente nevicata che, nel mese di gennaio, offre l’occasione
per giocare a palle di neve davanti ad un castello: la rocca vescovile di
Stenico. Febbraio è dedicato ai tornei; Maggio è, per l’aristocrazia, il
mese dei
Mese di Gennaio,Castello
di Stenico
corteggiamenti e delle prime uscite al di fuori della città. Nelle altre
stagioni dominano i lavori popolari: la semina, la fienagione, l’alpeggio, la
mietitura, la vendemmia. Al di là delle sottili colonne il paesaggio tende a
proseguire di mese in mese in un continuo trascolorare ditemi e di situazioni e
l’ambiente naturale è mutevole secondo il fluire delle stagioni; animato
dalla veritiera rappresentazione dell’incessante lavoro degli uomini, il ciclo
pittorico raggiunge forse il suo culmine poetico nella parte alta del mese di Dicembre, dove montanari infreddoliti raccolgono la legna da ardere che sui carri
viene trasportata in città. Nella città è riconoscibile la più antica
veduta, sia pur ideale, di Trento, rinserrata entro l’ampia cerchia di mura
menate e dominata dal mastio cilindrico del Castello del Buonconsiglio.