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Le vicende costruttive
Composto da diversi corpi di fabbrica addossati alle duecentesche mura della cinta della città, il Castello trae probabilmente le sue origini dal possente mastio cilindrico - la cosiddetta “Torre d’Augusto” - e si innestava perfettamente nel sistema difensivo di Trento, Il nucleo più antico, Castelvecchio, ebbe consistenti lavori di rinnovamento verso il 1400 per opera di Giorgio di Liechtenstein (1390-141 9) che rimaneggiò inoltre Torre Aquila, facendola decorare con i celebri affreschi dei Mesi. Con Giovanni Hinderbach (1465- 1486) il Castello conobbe profonde trasformazioni, in particolare con la costruzione di un nuovo cortile (1475) nello stile del primo Rinascimento veneto, della gotica “Loggia veneziana”, aperta alla visione della città, e di una imponente torre cilindrica nel giardino meridionale. Mezzo secolo dopo, Bernardo Cles, principe vescovo dal 1514 al 1539, cardinale dal 1530, rinnovò profondamente il Castello dotandolo di una nuova cinta muraria e, soprattutto,
affiancando all’edificio medioevale, ma tenendolo da esso distinto, un nuovo corpo di fabbrica nelle forme di un maestoso palazzo rinascimentale (1528-1536) detto Magno Palazzo nel poema del Mattioli, che Io descrisse nel 1539. Al rinnovamento del Castello corrispose il rinnovamento urbanistico e artistico della città di Trento, voluto dal Cles, grande figura di principe e mecenate rinascimentale. Nel tardo Seicento (1686-1688) il Palazzo clesiano subì un ampliamento ad opera del vescovo Francesco Alberti Poja: egli fece aggiungere una nuova ala, la cosiddetta Giunta A/bertiana, che, pur riproducendo all’esterno l’architettura cinquecentesca, ha però alterato le proporzioni del prospetto del Magno Palazzo, ricongiungendolo inoltre con la parte più antica del Castello. Queste nuove sale furono sontuosamente decorate con stucchi, affreschi, soffitti lignei e tele. Al secolo XVIII risalgono gli ultimi significativi interventi decorativi ad opera di Francesco Felice Alberti d’Enno (1758-1762)
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